JULY 28, 2016
Musica a Marfisa d'Este ha accolto a Ferrara il recital di un giovanissimo pianista, Ruben Xhaferi, fanciullo prodigio
Gli Amici della Musica
JULY 28, 2016
Gli Amici della Musica
Athos Tromboni
IT
Musica a Marfisa d'Este ha accolto a Ferrara il recital di un giovanissimo pianista Ruben Xhaferi fanciullo prodigio
FERRARA - Qualche volta capita, frequentando nelle città d'arte le rassegne musicali minori programmate ai fini turistici, di imbattersi in veri e propri fenomeni della ribalta: è successo a Ferrara dove presso la loggia della rinascimentale Palazzina di Marfisa d'Este abbiamo seguito, giovedì 28 luglio 2016, il recital del piccolo pianista Ruben Xhaferi . L'iniziativa era curata dal Circolo Culturale Amici della Musica "Girolamo Frescobaldi" e dai Civici Musei d'Arte Antica, che organizzano ogni estate "Musica a Marfisa d'Este", vetrina di giovani talenti della musica classica ma non solo.
Dunque Ruben Xhaferi, nato nel 2005 a Dolo (Venezia) da famiglia di immigrati albanesi, ha appena
compiuto 11 anni proprio questo mese e suona dall'età di 5 anni il pianoforte. È veramente un talento
prodigioso: ha iniziato lo studio dello strumento sotto la guida della prof.ssa Luisa Trovò, e dal 2013
studia al Conservatorio "Antonio Buzzolla" di Adria (Rovigo) sotto la guida del maestro Sandro Baldi. Ha superato l'esame di
primo livello (corsi P.A.) col massimo dei voti e la lode nel 2015. Ha partecipato ai concorsi pianistici di Piove di Sacco e di
Bologna (Concorso Internazionale Andrea Baldi) nel 2015 e al Rospigliosi di Laporecchio (Pistoia) pochi mesi fa, vincendo -
in tutte e tre le competizioni - il primo premio assoluto.
Alla Marfisa d'Este ha proposto un programma esemplificativo delle proprie capacità e doti, con musiche di Muzio Clementi
(Sonatina n.3 op.36), Johann Sebastian Bach (Cinque invenzioni a due voci ), Jean-Baptiste Duvernoy (Dodici Studi ), Ludwig
van Beethoven (Rondò woO K48), Wolfgang Amadeus Mozart (Sonata in Do maggiore K.545 ), Dmitrij Kabalewskij (cinque
pezzi dall' Opera pianistica n.27 ) e Fryderyk Chopin (Tre preludi dall'op.28; Mazurka op.7 n.2; Valzer in La minore opera postuma, Studio op.25 n.2).
Il giovanissimo Xhaferi ha già una sorprendente padronanza della tecnica,
ma anche senso del colore pianistico e gusto dell'espressione. Citiamo
alcune esecuzioni per spiegarci: in Duvernoy, per esempio, i dodici studi
brevissimi sono serviti per una vera e propria vetrina delle capacità
esecutive. Citiamo lo Studio n.9 op.276, dal contenuto patetico e sognante,
dove l'interprete si è cimentato con un sentimento che a quell'età egli può
solo intuire, perché il suo vissuto è ancora troppo fresco per avere
sperimentato lo stuggimento proprio dei sentimenti che s'accumulano
anno dopo anno in ciascuno di noi: eppure è uscito nettissimamente dal
suo pianismo un suono carico di struggimento; citiamo ancora l'eclettismo
contenuto nello Studio .1 op.120 dove l'indipendenza della mano destra e
della mano sinistra deve rispondere senza fallo all'ostinato che
contrappunta la melodia; e citiamo lo Studio n.8 op.120 che sposta
l'attenzione sui timbri possibili del pianoforte già adulto ai tempi dell'autore (Duvernoy, nato a Parigi nel 1802, è vissuto e ha scritto musica fino al 1880).
Ma anche nella Sonata K.545 di Mozart è uscita la personalità del giovanissimo pianista: si tratta infatti di una "sonatina" che presenta
diverse strutture didattiche come ad esempio le scale e gli arpeggi inseriti
nel primo tempo (Allegro), ed è caratterizzata per lo più da un'armonia
semplice che rappresenta appieno lo stile della forma sonata; è talvolta
definita, in maniera informale, la più classica delle sonate di Mozart: Xhaferi
l'ha assimilata a fondo ed eseguita molto bene.
Per il più moderno Kabalevskij (San Pietroburgo 1904 - Mosca 1987)
nell'esecuzione proposta vi è da rilevare come sia stata migliore
l'interpretazione dei pezzi a programma più virtuosistici (Chiaro di luna sul fiume ; oppure la Toccatina e lo Studio) rispetto a
quelli più riflessivi come la Storiella triste o la Canzonetta dove più che la prestaza tecnica, serve un'esperienza che
conferisca al tocco l'humus della tristezza o della gioia veramente e lungamente vissute.
Di lui il suo insegnante, il pianista Sandro Baldi, presente al concerto, dice che "è dotatato di orecchio assoluto". Vero. Noi ci
spingiamo più in là: Xhaferi ascolta sé stesso mentre suona… e la nota, l'accordo o l'arpeggio che sta ascoltando gli dà (una
frazione di secondo immediatamente dopo), l'input emotivo per la nota, l'accordo o l'arpeggio successivo. Una virtù che è solo dei superdotati di talento.
E aggiungiamo che nelle nostre previsioni questo artista percorerà una prima parte della carriera artistica da pianista, ma poi
finirà come direttore d'orchestra. Come Barenboim. Come Bernstein. Come Perahia.
Il concerto prevedeva anche, durante l'intervallo, una parentesi letteraria: l'attore filodrammatico e studioso di letteratura
Gualtiero Dalmonte, bolognese, ha commentato e poi recitato il quinto canto dell'inferno (Dante Alighieri, La Divina
Commedia) coinvolgendo, con la sua dotta prolusione e la sua appropriata dizione, il numeroso pubblico.
Quello è il pubblico che riempie ogni sera la rinascimentale loggia della Palazzina di Marfisa d'Este, colto, preparato, attento,
perché è costituito dalla crème degli appassionati di musica da camera; quel pubblico - al termine della serata - ha applaudito calorosamente e a lungo Ruben Xhaferi, strappando l'esecuzione di un doppio bis.
EN
Music in Marfisa d'Este welcomed the recital of a very young pianist Ruben Xhaferi, a child prodigy, in Ferrara
FERRARA – Sometimes it happens, while frequenting the smaller musical festivals scheduled for tourist purposes in the cities of art, that you come across real phenomena of the limelight: it happened in Ferrara, where, at the loggia of the Renaissance Palazzina di Marfisa d'Este, we followed, Thursday 28th July 2016, the recital of the little pianist Ruben Xhaferi. The initiative was managed by the Cultural Club Friends of Music "Girolamo Frescobaldi" and the Civic Museums of Ancient Art, who organise every summer "Music in Marfisa d'Este", a showcase of young talents of classical music, but not only.
So Ruben Xhaferi, born in 2005 in Dolo (Venice) to a family of Albanian immigrants, has just turned 11 this month, and has been playing the piano since the age of 5. He is truly a prodigious talent: he began studying the instrument under the guidance of Prof. Luisa Trovò, and since 2013 he has studied at the "Antonio Buzzolla" Conservatory in Adria (Rovigo) under the guidance of Maestro Sandro Baldi. He passed the exam for the first level (AP courses) with top marks and honours in 2015. He participated in the piano competitions of Piove di Sacco and Bologna (Andrea Baldi International Competition) in 2015, and at the Rospigliosi in Laporecchio (Pistoia) a few months ago, winning — in all three competitions — the overall first prize.
At Marfisa d'Este, he proposed a program exemplifying his abilities and talents, with music by Muzio Clementi (Sonatina n.3 Op.36), Johann Sebastian Bach (Five Inventions for two voices), Jean-Baptiste Duvernoy (Twelve Etudes), Ludwig van Beethoven (Rondo WoO K48), Wolfgang Amadeus Mozart (Sonata in C major K.545), Dmitry Kabalewskij (Five pieces from Piano Opera No. 27) and Fryderyk Chopin (Three Preludes from Op.28; Mazurka Op.7 No. 2; Waltz in A minor opera posthumously, Etude Op.25 No.2).
The very young Xhaferi already has a surprising mastery of technique, but also a sense of piano colour and a taste for expression. Let's quote some executions to explain: in Duvernoy, for example, the twelve studies, very short, were used for a real showcase of executive skills. We cite Study n.9 op.276, with its pathetic and dreamy content, where the interpreter has tried his hand at a feeling that at that age he can just guess, because his experience is still too fresh to have experienced the yearning of the very feelings that accumulate year after year in each of us: yet it has clearly emerged from his pianism, is a sound full of yearning; we still mention eclecticism contained in Etude 1 op.120, where the independence of the right hand and of the left hand, he must respond without fail to the obstinate person who counterpoints the melody; and we mention Etude n.8 op.120, which moves attention to the possible timbres of the piano, already an adult in the author's time (Duvernoy, born in Paris in 1802, lived and wrote music until 1880).
But the personality of the very young pianist also emerged in Mozart's Sonata K.545: it is in fact a "sonatina" that presents various teaching structures, such as the stairs and arpeggios inserted in the first half (Allegro), and is mostly characterized by harmony simple, which fully represents the style of the sonata form; it is sometimes informally defined as the most classic of Mozart's sonatas: Xhaferi: he assimilated it thoroughly and performed it very well.
His teacher, the pianist Sandro Baldi, present at the concert, says that 'he has perfect pitch'. True. We are here, let’s push it further: Xhaferi listens to himself playing... and the note, chord, or arpeggio he’s listening to gives him (a fraction of a second, immediately after), the emotional input for the next note, chord, or arpeggio. A virtue that is only the talented ones.
And we add that, in our predictions, this artist will travel through the first part of his artistic career as a pianist, but then he will end up as a conductor. Like Barenboim. Like Bernstein. Like Perahia.
The concert also included, during the interval, a literary parenthesis: the amateur dramatic actor and literary scholar Gualtiero Dalmonte, from Bologna, commented and then recited the fifth Canto of Hell (Dante Alighieri, La Divina Commedia), involving, by its learned prolusio and appropriate diction, the large audience.
That is the audience that fills the Renaissance loggia of the Palazzina di Marfisa d'Este every evening, cultured, prepared, attentive, because it is made up of the cream of chamber music enthusiasts; that audience — at the end of the evening — applauded Ruben Xhaferi warmly and for a long time, snatching the performance of a double encore.
Athos Tromboni
gli Amici della Musica
JULY 28, 2016